Nel piede, le lesioni alle strutture ossee e alle articolazioni sono molto comuni, così le deformità, le fratture da stress, i processi artrosici, ecc. Questo accade perché il piede è una struttura molto complessa composta da 28 ossa che si uniscono per formare più articolazioni. Il piede è governato da un sistema biomeccanico macchinoso che si deteriora e si deforma nel corso degli anni, favorito da molti fattori, come il diabete, il sovrappeso, lo sport, le condizioni genetiche o l’uso di calzature inadeguate, tra gli altri.
La prima visita ci permette di inquadrare in modo corretto il quadro clinico del paziente, tenendo sempre in mente che in medicina una diagnosi centrata porta ad una risoluzione piu’ veloce possibile della patologia.
Gli strumenti diagnosti, rigorosamente non invasivi, ci guidano all’interno del piede alla ricerca della causa primaria della patologia.
Sia che ci si trovi ad affrontare la risoluzione di una problematica del comparto dermatologico (ipercheratosi plantare o digitale, papillomi virali, etc…), sia che si tratti di una patologia a carico del comparto ungueale( onicopcriptosi, onicodistrofia, etc..), sia che il problema sia focalizzato sul piede doloroso in genere, le procedure podologiche incruente sono regolate dal ”modus operandi” precedentemente descritto.
Che cos’è?
La fascia plantare è una struttura legamentosa responsabile dell’ammortizzazione degli impatti, della ridistribuzione dei carichi e del mantenimento dell’arco.
Cause
Obesità
Lunghi periodi di in stazione eretta.
Fattori biomeccanici: retropiede in valgo, dismetria, retrazione muscolari.
Sintomatologia
Inizia con il dolore mattutino che compare dopo un lungo periodo di riposo, nei primi passi del mattino e diminuisce con l’attività.
Diagnosi
Viene valutato in base a dolore, infiammazione e altri fattori.
Il test fondamentale è l’ecografia del piede in quanto ci offre una visione perfetta della fascia plantare, di come sono le sue fibre e quanto sono spesse.
Anche lo studio biomeccanico dell’impronta è fondamentale nella diagnosi di questa patologia.
Trattamento
La perdita di peso è raccomandata come trattamento nei pazienti in sovrappeso, calzature adatte, ortesi plantare, crioterapia, allungamento del complesso gastrocnemio-soleo e infiltrazioni.
Che cos’è?
Il dito ad “artiglio” è una deformità che può coinvolgere le dita dei piedi. Queste si presentano retratte a causa di uno squilibrio muscolare, creando così un mancato appoggio a terra e come conseguenza una scorretta ripartizione dei carichi pressori spesso accompagnati a lesioni ipercheratosiche.
La causa può essere attribuita a molti fattori, ma principalmente viene ricondotta ad uno squilibrio tra i muscoli e i tendini del comparto flesso-estensorio, che alterato genere simili retrazioni.
Cause
La causa è dovuta a molte origini, ma principalmente a uno squilibrio tra i muscoli e i tendini del comparto flesso-estensorio, cje alterato genere simili retrazioni.
Sintomatologia
I sintomi principali sono ipercheratosi sul dorso delle dita, sulla punta delle dita, dolore e fastidio alle teste metatarsali dovute all’errato posizionamento delle dita.
Trattamento
Due sono le opzioni: quella conservativa, che prevede la realizzazione di un’ortesi in silicone o di un’ortesi plantari su misura con l’obiettivo di ridistribuire i carichi pressori e quindi diminuire la sintomatologia dolorosa; e quella chirurgica tramite tenotomie, artroprotesi o artrodesi, nel tentativo di correggere la deformità. La scelta di un trattamento piuttosto che l’altro viene valutata al momento della visita, a seconda dell’anamnesi del paziente e della sua età anagrafica, e delle possibilità di successo di ogni strumento a nostra disposizione.
Che cos’è?
L’alluce valgo è una delle deformità ossee più comuni a livello podalico. È una deformità presente sul piano trasversale, caratterizzata dalla deviazione del primo metatarso verso l’interno e della falange prossimale verso l’esterno, che appare visivamente come una prominenza ossea sul bordo mediale del piede. I fattori predisponenti sono diversi. Ritroviamo fattori genetici e/o familiarità, fattori biomeccanici (ipermobilità del 1 ° raggio, pronazione del piede, retrazione del tendine d’Achille), utilizzo di scarpe inadeguate con il tacco o dalla punta stretta (…) .
I segni più comuni sono: sovraccarico e scarso sostegno dei metatarsi, eccessiva tensione del tendine dell’estensore lungo del I dito, sovrapposizione del II dito al I che ne occupa il fisiologico alloggiamento anatomico. Il II dito tende progressivamente ad assumere la caratteristica deformità a martello, solitamente associata quando presente un alluce valgo di grado modesto; ciò determina a lungo andare ad un aumento di carico sulle teste metatarsali centrali e conseguente dolore anche a questo livello.
Il sintomo predominante è il dolore all’alluce, con arrossamento e infiammazione in corrispondenza della prominenza ossea.
La diagnosi si basa su un esame biomeccanico, mentre il trattamento (conservativo) prevede l’uso di calzature adatte alla larghezza metatarsale, ortesi in silicone e/o terapia ortesica plantare su misura.
Fattori di rischio
Ci sono diversi fattori, possono manifestarsi per cause genetiche, scarpe inadeguate con punta stretta o fattori biomeccanici (ipermobilità del 1 ° raggio, pronazione del piede, retrazione del tendine d’Achille).
Segni e sintomi
I segni più comuni sono: sovraccarico e scarso sostegno dei metatarsi, il tendine dell’estensore lungo del primo dito è teso, il primo dito occupa lo spazio del secondo e questo assume una forma a martello, provocando un aumento di carico sulle teste metatarsali e conseguente dolore.
Il sintomo predominante è il dolore all’alluce, con arrossamento e infiammazione.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi si basa su un esame biomeccanico e il trattamento conservativo sarà l’uso di calzature larghe e ortesi plantare o in silicone.
Che cos’è?
Si definisce metatarsalgia un’infiammazione delle teste metatarsali o dei compartimenti anatomici limitrofi, dovuta a una cattiva distribuzione della pressione sull’avampiede durante la deambulazione.
Il primo osso metatarsale è la struttura che in deambulazione deve assumere il carico maggiore, se ciò non accade e il carico passa al 2 ° o al 3 ° osso metatarsale, si verificano dolore e infiammazione della zona, in quanto queste stesse strutture non sono funzionalmente “ideate” per assumere tale carico.
Cause
Index minus: primo metatarso più corto del secondo.
Dita ad artiglio.
Retrazione del tendine d’Achille.
Scarpa inappropriata.
Alluce valgo.
Piede cavo
Sintomi e segni
I principali segni e sintomi sono dolore e bruciore e comparsa di ipercheratosi nelle zone di pressione.
Diagnosi
Valutazione mediante valutazione funzionale, comprensiva dello studio biomeccanico dell’impronta e di uno studio ecografico.
Trattamento
Uso di calzature adeguate
Ortesi plantari
Infiltrazioni
Che cos’è?
Il neuroma di Morton è l’ispessimento del nervo che passa tra il 3°e 4° spazio intermetatarsale.
È prodotto da impatti ripetitivi contro il suolo o da compressioni tra i metatatarsi che determinano una compressione del nervo.
Cause
La causa principale della comparsa dei neuromi è la pressione sull’area metatarsale dovuta a squilibri eccessivi dell’avampiede, che provoca l’attrito tra il nervo e le strutture circostanti.
Il sintomo principale è il dolore, un dolore che viene descritto come scossa elettrica lancinante o sensazione di bruciore nella zona del piede, formicolio tra lo spazio interdigitale del terzo e quarto dito, dolore che peggiora con il movimento, arrivando anche a modificare la normale andatura.
Sintomatologia
Il sintomo principale è il dolore, un dolore che viene descritto come scossa elettrica lancinante o sensazione di bruciore nella zona del piede, formicolio tra lo spazio interdigitale del terzo e quarto dito, dolore che peggiora con il movimento, arrivando anche modificare l’andatura normale.
Diagnosi
La diagnosi viene effettuata attraverso uno studio ecografico insieme alla valutazione dell’impronta del piede.
Trattamento
I casi più lievi possono essere trattati con ortesi plantari personalizzate, nei casi più avanzati sono necessarie infiltrazioni eco- guidate o rimozioni chirurgiche.
Che cos’è?
La tendinite del tendine d’ Achille è l’infiammazione del suddetto tendine, questa talvolta viene associata all’infiammazione della guaina che ricopre il tendine (paratendinosi).
Cause
L’origine della lesione è multifattoriale:
Sovrappeso;
Scarpa bassa o scarpa sportiva con un’ammortizzazione eccessiva che provoca instabilità nell’appoggio iniziale del calcagno;
Camminare o correre per lunghe distanze su terreno soffice;
Dismetrie;
Retrazioni dei muscoli del polpaccio;
Malattie reumatiche.
Clinica
Dolore mattutino che inizia con l’inizio dell’attività, camminando a piedi nudi o con una scarpa bassa.
Diagnosi
La diagnosi si basa sulla valutazione clinica e sull’esame ecografico. È importante fare diagnosi differenziale con borsite pre e retroachiilea, edema causato da paratendinosi, morbo di Haglund, rottura parziale del tendine d’Achille.
Trattamento
Ortesi plantari per il trattamento del retropiede instabile, in valgo o per dismetrie. L’intervento chrurgico prevede, qualora necessario, l’allungamento del sistema gastro-soleo.
Che cos’è?
La placca glenoidea è una struttura situata al di sotto dell’articolazione metatarso-falangica, la sua funzione è quella di stabilizzare l’articolazione e prevenirne la lussazione.
Cause
Il meccanismo che causa il danno è la conseguenza di ripetuti carichi di compressione lungo il metatarso sulla placca plantare. Anche il sovraccarico del primo raggio dovuto all’alluce valgo causa instabilità del 2 AMTF.
Clinica
Nelle fasi iniziali compare dolore nell’avampiede (più spesso localizzato nei pressi della 2° articolazione metatarso-falangea), che aumenta con la deambulazione ed edema alla base del dito, plantarmente. Nelle fasi più avanzate, la sublussazione dell’articolazione si manifesta con il classico segno del “cassetto”. Il dolore riferito dal paziente in un secondo momento può diffondersi alla pianta del piede con conseguente comparsa di un’ipercheratosi plantare in corrispondenza del dito addetto dalla lesione della placca.
Diagnosi
La diagnosi viene fatta mediante ecografia insieme alla valutazione biomeccanica funzionale e dell’impronta del piede.
Trattamento
Diverso a seconda della stadiazione della lesione, varia da ortesi plantari personalizzate, ortesi in silicone a carattere protettivo ed Infiltrazioni nelle fasi più acute del dolore.
Che cos’è?
Il tibiale posteriore è un muscolo che ha origine dalla zona anatomica posteriore della tibia e del perone e decorre verso il basso e verso la caviglia interna, trapassando in tendine. Questo tendine si inserisce sullo scafoide, un osso presente a livello dell’arco mediale dell’mesopiede, ed invia espansioni tendinee al primo e al secondo cuneiforme ed alla base del secondo, terzo e quarto osso metatarsale. Durante la stazione eretta e la deambulazione ha il compito di portare il piede verso l’inversione e la flessione plantare, controllando la pronazione e assorbendo l’impatto contro il suolo.
Clinica
La disfunzione del tibiale posteriore inizia con edema, iperalgesia, sensazione di debolezza..
Diagnosi
L’ecografia ci fornisce informazioni sullo stato del tendine, la valutazione biomeccanica e pressoria del piede insieme a una serie di TEST FUNZIONALI ci permettono di capire le strategie funzionali del piede.
Trattamento
Nelle fasi iniziali, ortesi plantare per ridurre la tensione del tibiale posteriore, terapie manuali (fisioterapia) e terapie fisiche (come ad ex. la crioterapia), bendaggi; mentre nelle fasi più avanzate sono da scegliere infiltrazioni e/o interventi chirurgici.
Che cos’è?
Tale sindrome dolorosa è determinata dalla compressione del nervo tibiale posteriore all’interno del canale tarsale. Il nervo tibiale posteriore decorre internamente alla gamba, dirigendosi verso il calcagno, dove si ramifica. Queste ramificazioni sono responsabili della sensibilità cutanea nella zona interna del calcagno ed in parte della pianta del piede.
I pazienti con sindromi pronatorie, con deficit muscolare o restringimenti del canale tarsale attraverso il quale il nervo passa, sono più predisposti a soffrire di questa malattia.
Clinica
Dolore nella zona del tallone che appare anche al riposo. Il dolore può anche comparire nella zona interna della caviglia che si irradia verso la pianta del piede.
Diagnosi
Verrà eseguito un esame fisico, ecografico e uno studio biomeccanico dell’impronta.
Trattamento
Ortesi personalizzate per evitare movimenti dannosi che potrebbero esacerbare il dolore da compressione.
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